Abbiamo...

Abbiamo…

Quando il Titanic sprofondava nell'oceano, il comandante ordinava all'orchestra di fare musica, la stessa che continua a piacere all'uomo nel silenzio di un oceano vuoto cui siamo rimasti.

Così c'è chi continua a cantare e chi a ballare, senza voler guardare, calando negli abissi dell'azzurro mare.

Abbiamo messo Cristo in croce per salvare l'umanità ed i suoi figli, per timore della redenzione, portano la sua croce al petto con ignominia e per finzione, tradendo ogni giorno il proprio cuore e la sua missione.

Abbiamo eretto cattedrali, che come la schiuma dell'oppio scende dalla bocca solo per assuefare la ragione dello sciocco, che a messa si presenta in doppio petto, con l'animo amaro e senza rispetto.

Abbiamo deciso di credere in qualcuno, nei libri e nelle scelte di qualcosa, abdicando all'uso della ragione, relegando l'opinione al di sotto d'una funzione.

Abbiamo l’ardire d'essere una società, nella finzione di avere una identità, in scienza aggrappata, in politica segregata ed in natura dimenticata.

Abbiamo fatto d'una vita breve una breve vita, di emozioni sopita e di rimorsi sperduta, come l'animo di chi si riscopre solo a ragion veduta.

Abbiamo e non sappiamo, abbiamo e non cerchiamo, abbiamo e non più siamo.