top of page

" Quest'è..."


ree

Queste società organizzate, queste masse di numeri disciplinati, non sono il risultato di un'evoluzione , ma solo un modo in cui questa è stata piegata.

La vita nasce, resiste e decade, per ritornare ancora a vita, senza lasciarsi influenzare dal modo in cui sarà vissuta, quello spetta al libero arbitrio, alla mente, alla coscienza.

Esistere è concetto assai interiore e diverso dal vivere e spesso nelle comunità in cui viviamo, dedichiamo solo vite al consumo, lasciando decadere il tutto a mercimonio.

Il lusso ed il desiderio per esso, lo spreco e l'indifferenza ad evitarlo e le comodità, con la frenesia a rincorrerle, ci annodano ad un cappio che difficile assai a sciogliere.

Per avere si deve avere, e ciò impone la presenza del danaro che si produce lasciando vita agli altri, per avere tra le mani lo strumento che ci permette di avere ed essere al pari degli altri.

Rimane comunque una semplice ed inutile illusione perché in effetti, si potrebbe e si dovrebbe essere attrezzati per l'essenziale e non per il superfluo, che alla fine, brucia una vita senza che sia mai esistita veramente.

La natura offre sistemi ed ospita forme assai diverse che riescono ad esistere di essenziale, senza necessità di volere oltre.

Le nostre organizzazioni sociali si sono staccate dal nesso biologico che ci lega alla natura, attraendo tutto verso un abbraccio mortale con l'esigenza delle necessità in una disciplina consumistica, che ingabbia le masse nei timori, con la speranza di poter avere, ed in ogni caso nella certezza che altro non esista.

Così cresce ogni bambino, questo impara ogni individuo, così vive ogni uomo, così si ammala ogni anima, così muore ogni coscienza, prima ancora che il suo cuore smetta di battere.

Fermarsi a riflettere rimane esercizio facile dunque, sedersi a ragionare lo è un po' di meno.

Interrogarsi e mettere in dubbio tutto ciò che ci disciplina e ci organizza appare incomprensibilmente ridicolo, immaginare altro, sfiora l'incoscienza e l'assurdo.

Rinnegare tutto, dimenticare gli insegnamenti, criticare il proprio vissuto, rivedendolo con maggiore armonia naturale sembra filosofia, utopia, fantascienza, invece!.

Disintegrare il proprio io sociale, svuotare la mente da concetti tossici, rianimare la coscienza avvicinandosi a madre natura, permette un riconoscimento consapevole della propria posizione nello spazio tempo in cui ci si trova, così da poter distinguere il naturale dal sociale e poter scegliere l’habitat in cui vivere.

È bene comunque sapere che questo percorso introspettivo e intimo, è assai doloroso e richiede energia e fermezza.

Riscoprirsi in natura significa comprendere ciò che si è, dove ci si trova ed il cammino che deve compiersi per nutrire la propria coscienza e riempire la propria esistenza, perché sia esperienza e non passiva resilienza.

Giuseppe Trizzino

 
 
 

Post recenti

Mostra tutti

Commenti

Valutazione 0 stelle su 5.
Non ci sono ancora valutazioni

Aggiungi una valutazione
bottom of page